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Madri narcisiste e donatori di sperma: il Giorgione

Madri narcisiste -Giorgione-La-Tempesta

Molte donne narcisiste divengono poi madri narcisiste. Questa tipologia di donna cerca un tipo di uomo che noi chiameremo simpaticamente “donatore di sperma“. Il donatore di sperma ha dei compiti e ruoli ben specifici oltre i quali la madre narcisista non ama si spinga oltre.

Una volta che la donna narcisista ha partorito il bambino o i bambini, inizia a rivolgere un amore perverso verso la prole di fatto generando in essa un senso di estrema co-dipendenza verso di lei. Apparentemente sembra amorevole con i figli, a volte anche eccessivamente. Utilizza questo amore come strumento di controllo e indirizzo verso i propri bambini. Inizia a realizzare il suo progetto inconscio di proiezione del “se ti comporti come mamma vuole allora otterrai amore altrimenti no“.
Un’altra tipologia è anche la seguente: alcune madri narcisistiche diventano veri e propri zerbini con i figli.
Questo appare loro (e lo giustificano come tale), come un elemento compensativo riparatore del loro essere narcisista. Una sorta di atto espiatorio delle loro ancestrali colpe di narcisismo.
Successivamente si caricano come molle (perché non riescono a “portare la croce”), sfogando questa frustrazione verso il coniuge il cui ruolo è quello del parafulmini emotivo e di provvedere economicamente e fattivamente alle necessità di questa tipologia di madre. Da cui deriva la definizione di donatore di sperma.

Le madri narcisiste spesso hanno un trigger che può anche scatenare una patologia bipolare dal conflitto che stanno vivendo: da una parte si rendono conto che l’amore che vorrebbero dare non è puro e incondizionato ma condizionato, dall’altra sfogano questa loro inadeguatezza verso il coniuge vittima di non comprenderla appieno questo difficile ruolo.
Da una parte le madri narcisiste vorrebbero emanciparsi dai loro schemi appresi non ripercorrendo le gesta materne tanto criticate, dall’altro sono vittime e in preda a tali forze occulte a loro insaputa a livello più o meno conscio. Il marito o compagno spesso opta per farsi da parte e non partecipare a questa rappresentazione scenica. Anche perché per poter interagire e trasmutare la situazione dovrebbe possedere delle doti psico-spirituali di alto lignaggio e difficilmente un uomo che si accoppia con una donna narcisista possiede da principio.

Tornando al mondo della genitorialità, delle madri narcisiste e del rapporto a tre che si crea quando due genitori mettono al mondo un bambino, nel corso dei secoli, molti pittori hanno prodotto significative e toccanti opere di madri nell’atto di allattare o prendersi cura dei
loro bambini, facendo riferimento soprattutto alle immagini di Maria e Gesù. Mentre queste immagini religiose enfatizzano l’aspetto sacrale, quasi ieratico, dell’incontro fra la Madonna e Gesù, alcuni quadri descrivono con grande intuizione l’incontro reale fra madre, padre e figlio dopo la nascita, rappresentando dunque la matrice dell’esperienza quotidiana. Uno di questi è il quadro di Giorgione La Tempesta, dipinto nei primi anni del sedicesimo secolo ed esposto nel Museo dell’Accademia di Venezia.
Nel quadro del Giorgione la protagonista è una giovane donna nuda che guarda in direzione dell’osservatore. All’interno del paesaggio campestre, la giovane è seduta su un rialzo di terra che le fa da palcoscenico, sottolineando ulteriormente il suo essere protagonista della scena. Con il braccio destro stringe un bambino di pochi mesi e lo allatta, dando l’impressione, con la posizione del corpo, di volerlo mostrare a chi guarda con un intimo compiacimento. Un velo bianco avvolge sia le sue spalle sia il bambino. Di fronte alla donna, ma su uno spiazzo di terreno più basso attraversato da un ruscello, un giovane uomo, vestito con una giubba rossa e dei pantaloni colorati, sta in piedi appoggiato a un’asta di legno. Il giovane guarda la madre e il bambino, quasi a volerli proteggere. Sullo sfondo del paesaggio, si scorge un borgo di case sovrastato da un cielo denso di nuvole nere, solcate da un fulmine, che preannunciano una tempesta.

Questo misterioso quadro è stato oggetto di numerose interpretazioni (Settis, 1990), che ne hanno svelato significati allegorici (la Forza, rappresentata dal giovane soldato, e la Carità, rappresentata dalla madre) e addirittura simboli alchemici (l’aria, l’acqua, la terra e il fuoco). Tuttavia, a un occhio non esperto di arte, ma abituato a studiare i comportamenti dei genitori e dei bambini durante i primi mesi di vita, emergono da questo dipinto altri aspetti.
In primo luogo viene rappresentato lo scenario delle interazioni triadiche fra madre, padre e bambino, approfondito, negli ultimi anni, dalla scuola di Losanna (Fivaz-Depeursinge, Corboz-Warnery, 1999). Madre e bambino si trovano all’interno di uno spazio intimo e privato, non c’è condivisione con altre figure ma morboso attaccamento. La madre – pur allattando il figlio – si rivolge con lo sguardo allo spettatore, il quale personifica il mondo sociale. Non traspare gioia ne emozioni dai suoi occhi e l’espressione è seriosa e non rilassata o dolce.
La madre e il figlio sono i due protagonisti della scena; loro sono al centro del palcoscenico della vita. A poca distanza, ma inesorabilmente separato da un ruscello, vi è il giovane, il nostro donatore di sperma. Non è armato, non è ostile, non indossa armature metalliche e armi pericolose: il suo abbigliamento fa pensare a un giovane del suo tempo, con dei colori vivaci che ne riflettono la gaiezza dell’animo. Lo sprovveduto non è conscio della situazione completa in quanto i suoi occhi sono rivolti alla donna, ma gli occhi della donna non sono rivolti ne a lui ne al pargolo. Il ruolo del giovane padre è solo esclusivamente di vigilare sulla coppia madre-bambino, riconoscendo la differenza del proprio ruolo paterno rispetto a quello della madre. Lui si trova più in basso, come a voler marcare questa differenza. L’asta di legno non è un’arma di offesa: è piuttosto un bastone a cui appoggiarsi, utile anche per difendersi. Il giovane non si avvede dalla minacciosa tempesta imminente, che rappresenta quello a cui i due saranno sottoposti a causa della loro inadeguatezza genitoriale. Infatti tale inadeguatezza si esprime soprattutto con la nudità della madre coperta solo di un velo striminzito che rappresenta l’ingenuità e l’ignoranza della coscienza. La sua nudità stride con tutto il resto del paesaggio che fa presagire una tempesta. il fulmine sopra di essa è quell’energia che scatenerà il suo amore narcisistico e la relazione malsana triadica che ne nascerà tra le tre figure rappresentate.

Ovviamente questa bizzarra interpretazione del quadro del Giorgione è servita da stimolo per descrivere una fenomenologia che ormai è sempre più evidente e in atto nel contesto passato e contemporaneo. E’ solo frutto della nostra libera interpretazione e non ha pretesa di assurgere al vero. Vuole essere solo uno spunto di riflessione per introdurre il tema delle madri narcisiste e i donatori di sperma.

A tal proposito per una migliore comprensione delle tematiche inerenti le madri narcisiste e il ruolo dei genitori è utile leggere: Essere genitori oggi: Bambini che mettono al mondo Bambini