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Gelosia e possessività: è vero amore?

gelosia e possessività

Gelosia e possessività. Sono dei sentimenti che in un rapporto qualsiasi: relazione tra amici, lavorativa, familiare e affettiva distruggono alla lunga l’identità di ognuno di noi trasformando in peggio tutto ciò che ci circonda.

Molto spesso si sente dire che una “sana gelosia”, un “sano senso del possesso” è cosa buona.
E’ come dire che l’olio di ricino in piccole dosi è buono per condire l’insalata… Volete provare? Noi proprio no!

Il possesso e la gelosia non sono mai buoni, mai.
Solo nei bambini molto piccoli sono sentimenti fisiologici e strumentali allo sviluppo e alla crescita. In età adulta possono essere delle serie limitazioni che innescano dei comportamenti reattivi e disturbi anche gravi.

Il matrimonio civile o religioso (che di fatto è un contratto e a poco a che fare con i sentimenti) è poi il certificatore sociale di questi sentimenti malsani: “Quello che Dio ha congiunto l’uomo non separi” (Mt 19, 3-6).
Certo è che il matrimonio è stato utile per secoli come garante della prosecuzione della specie e regolatore sociale. Ma oggi che siamo 8 miliardi di anime in un pianeta che non ha risorse per tutti il discorso deve necessariamente cambiare.

Come detto sopra, fin dalla tenera età i bambini tendono a mettere in bocca gli oggetti per attribuirne il possesso e sono gelosi se qualcuno li separa da essi, in quanto questi oggetti fanno parte della loro identità. Durante la nostra infanzia la natura fa crescere in noi questi due sentimenti che sono utili in quella fase di sviluppo per creare attaccamento con il care taker (normalmente la madre, teoria dell’attaccamento formulata da Bowlby), ma che se non sono sapientemente gestiti dai genitori in fase adolescenziale e pre-adulta possono sfociare in patologie relazionali serie come per esempio il narcisismo o il vampirismo energetico.

If you love somebody set them free” cantava Sting. Ed è proprio così, chi sa amare vuole che l’altro (figlio, partner, parente, dipendente, etc..) si sviluppi, cresca, evolva, migliori e se necessario che sappia volare via. Il tutto in sicurezza. Mai limitare ma aumentare è una delle regole del metodo.
Per esempio se mio figlio corre in macchina la sera gli regalo un corso di guida sportiva non gli tolgo per punizione la macchina. Classico errore dei genitori non iniziati. Tolgono, invece di aumentare l’attitudine in sicurezza.

Attenzione tutto questo non vuol dire “voler cambiare nessuno”, non confondiamo la “merda” con la “cioccolata”. Vuol dire invece mettere l’altro nelle condizioni di sviluppare in maniera sana se stesso, le proprie attitudini e viceversa. Questo è il vero amore.
Tutto il resto è immondizia mediatica alla Barbara D’Urso o Maria De Filippi.

Ma torniamo alla gelosia e possessività. Chi ci vuole tutto per se ha spesso le seguenti caratteristiche: egoismo, insicurezza delle proprie qualità, co-dipendenze, bassa autostima, visione pessimistica del futuro e tanta altra spazzatura…

Un problema un po’ più grande in tale direzione lo ha il genere femminile. Non c’è nulla di sessista in questa affermazione a meno che madre natura non lo sia per prima. Le femmine hanno maggiori difficoltà ad abbandonare la gelosia e la possessività a causa di un imprinting genetico biologico ed universale. In natura le femmine, delle specie animali, sono le garanti della prosecuzione della specie e hanno bisogno di protezione e assistenza del maschio quindi sviluppano geneticamente doti che inconsciamente vanno nella direzione del possesso e gelosia. Altrimenti il maschio se ne va e addio prosecuzione della specie.

Ma questo imprinting biologico naturale, che è necessario in periodi di natalità e densità di popolazione bassa, in tempi di proliferazione (siamo 8 miliardi) diventa un bug. E’ già perché quei sentimenti che, in tempi di scarsità di risorse, la natura prepotentemente manifesta, in tempi di proliferazione diventano un vero e proprio fardello da togliersi per evolvere. Ma come fare?
Come si mette su famiglia senza un po’ di sana gelosia e possessività? A questi rispondiamo con un articolo dell’ANSA: Ondata divorzi nel mondo, + 78,5% entro 2030.

Semplicemente, non si può! Ecco che succede in tempi di proliferazione: la natura si ribella e quello che sembrava utile diventa non utile. La terza legge della dinamica di Newton, o principio di azione e reazione, stabilisce che a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.

Per tenersi vicina una persona bisogna quindi sviluppare altre strategie, se vogliamo definirle tali, strategie personali di sviluppo che ci rendano “speciali” e insostituibili per chi sta vicino a noi. Bisogna creare le premesse per attrarre (mai sedurre) creando benessere per se stessi e per gli altri. Essere disponibili ma mai a disposizione. La creazione di valore deve partire da dentro di noi facendoci incamminare in un “percorso di eccellenza” che innesca emulazione (imitazione per i bambini) nelle persone che ci frequentano. Ovviamente il partner che scegliemo deve avere le stesse caratteristiche altrimenti rischiamo di attirare un vampiro energetico. Dobbiamo iniziare a fare ogni cosa dando il meglio e il massimo di noi stessi con allegria e serenità, con i nostri tempi e senza ansia da prestazione.

Come fare e cosa fare per iniziare il percorso di attrazione è invece parte del metodo che viene spiegato agli allievi di Psicologia Facile. Contattaci per iniziare il cambiamento. Il percorso è per molti ma non per tutti.

Molti si chiedono chi sia il migliore psicologo o il migliore psicoterapeuta. La risposta è: il migliore psicologo o il migliore psicoterapeuta di se stessi è proprio lì davanti allo specchio.
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