Adolescenti e Genitori… Ecco le frasi più ricorrenti che dicono i genitori:
I miei figli adolescenti sono diventati dei ribelli e fanno tutto il contrario di quello che dico. Aiutatemi…
Non mi piace chi frequentano, stanno prendendo una brutta piega.
Mi blastano appena apro bocca.
Ai miei tempi io non mi sognavo di rispondere così ai miei genitori.
Gli do tutto quello che posso e non apprezzano niente.
Magari siamo dei genitori e ci ritroviamo in queste affermazioni.
Se sta succedendo vuol dire che un po’ ce lo siamo cercato.
Ma vediamo perché e come possiamo migliorare la situazione con 5+1 consigli che è possibile mettere in pratica da subito se non si sta già troppo inguajati.
Questi consigli sono possono essere utili a genitori, educatori ed insegnanti.
Innanzi tutto facciamo una bella intro e iniziamo a capire il contesto e come si è arrivati ad una adolescenza
così problematica.
La prima adolescenza è compresa tra i 10 e i 13 anni. La seconda adolescenza tra i 14 ai 17 anni. La terza dai 18 fino ai 21 questo sulla carta, ma per noi l’adolescenza è uno stato, cioè una soglia mentale. Se non si attraversa per benino ci accompagnerà per molto tempo. Lo stato di adultità infatti si attiva non a livello anagrafico ma al raggiungimento di alcune soglie a livello affettivo, emotivo e quindi comportamentale.
Quante persone adulte conosciamo che sono ancora adolescenti dentro e che ancora stanno in lotta con il loro fanciullino interiore?
Iniziamo a dare qualche indicazione preliminare su COSA È L’ADOLESCENZA E A COSA SERVE.
Fin dalla tenera età i bambini hanno diversi programmi innati che nelle varie fasi dello sviluppo li predispongono a certi comportamenti.
Un paio di azioni fondamentali sono:
rompere i coglioni… appena vi addormentate…. No scherzo.
La prima… è che vedono i genitori come se fossero Dio in quanto senza di loro morirebbero.
Quindi la natura li programma per essere totalmente dipendenti creando un rapporto simbiotico. Questa dipendenza crea nei genitori la voglia di accudimento.
Il secondo aspetto è apprendere i modelli di comportamento genitoriali che gli serviranno durante la vita come imprinting iniziale o bagaglio di conoscenza per iniziare il loro personale viaggio psichico dell’eroe.
Quindi PERCHÉ NELLA FASE DELL’ADOLESCENZA SI CREA STA MALEDETTA RIBELLIONE?
Succede perché i ragazzi, che ormai sono diventati adolescenti, devono iniziare a testare all’esterno i modelli genitoriali appresi in famiglia. Capire se funzionano o meno. Se sono coerenti o meno. Se creano prosperità per se stessi e gli altri o meno.
Ogni volta che questi modelli sono incoerenti o fanno acqua da tutte le parti, gli adolescenti hanno lo scopo di farli notare ai genitori che glieli hanno insegnati. Si attiva la legge universale dello specchio.
Normalmente quando spiego questo elemento mi sento rispondere: ma io ai miei figli gli ho insegnato rispetto ed educazione sono loro che fanno come vogliono.
Bene, il fatto principale NON È INSEGNARE AI BAMBINI L’EDUCAZIONE ma dare il BUON ESEMPIO ed essere coerenti ed aderenti quanto più possibile tra quello che si dice e quello che si fa.
ATTENZIONE coerenza non vuol dire tarpare le ali a noi stessi e a loro in una inutile rincorsa alla perfezione.
Ma accettare di essere genitori che possono sbagliare e mettersi nelle condizioni di essere aperti mentalmente agli eventi che si manifestano durante il “cammino” psichico della vita.
Faccio un esempio: dire ad un bambino che fumare fa male e avere il vizio del fumo manda un segnale di incoerenza. Oppure dire di comportarsi bene con gli altri e al semaforo urlare a chi ci taglia la strada. Oppure dire di non stare al telefonino e fare il contrario.
Questi comportamenti incoerenti fanno sentire il bambino… UN BAMBINO e gli fanno comprendere a livello inconscio che quando sarà abbastanza grande anche lui potrà uscire dalla prigione e fare e dire ciò che vuole proprio come gli adulti incoerenti.
QUINDI IL PRIMO CONSIGLIO E’: PRATICHIAMO IL PRINCIPIO DI COERENZA. PER QUANTO POSSIBILE DIVENTIAMO L’ESEMPIO VIVENTE DI CIO’ CHE DICIAMO.
Inoltre quando ai bambini si insegnano routine comportamentali bisogna spiegare il ritorno di utilità in termini di atteggiamento win-win.
In buona sostanza gli effetti dell’azione fatta devono essere vantaggiosi per se stessi e per gli altri. Cioè non solo a livello personale.
Un mio ex collega super opportunista un giorno mi disse: caro amico mio la coerenza costa. Ma va?
Infatti chi ragiona per opportunità cambia opinione in base a ciò che gli torna utile solo a lui.
In realtà la coerenza non è un costo ma un investimento PSICHICO E ANIMICO. Poi capiremo più avanti COME TRASFORMARE UN COSTO IN UN INVESTIMENTO O COME TRASOFORMARE UNA MINACCIA IN UNA OPPORTUNITÀ per i principi di trasmutazione alchemica psichica e mentale.
Ma ritorniamo a noi. Allora, lo scopo del RAPPORTO GENITORE-ADOLESCENTE È DUPLICE: da una parte l’adolescente deve iniziare la fase di RICERCA ESPLORATIVA verso il mondo mettendo in discussione i modelli appresi. Questa è una cosa fondamentale e non è possibile fermarla perché è scritta nel codice genetico, animico e mentale.
D’altro canto invece i genitori ogni volta che l’adolescente ha una reazione conflittuale, su un determinato aspetto, dovrebbero mettersi in discussione e capire cosa ha attivato quel comportamento ribelle nell’adolescente. Cioè quale è il principio di incoerenza che IO genitore ho attivato in MIO figlio in quanto ho manifestato incoerenza tra ciò che dico oppure penso a livello inconscio e ciò che faccio nella pratica quotidiana.
Bene in un altro video spiego meglio questo aspetto, cioè quello di ALLINEAMENTO tra ciò che DICO, ciò che FACCIO, ciò che PENSO. Soprattutto a livello di COERENZA DI IDENTITÀ DELL’INCONSCIO. Questo è un aspetto fondamentale per iniziare l’auto osservazione. Senza questo schema non si va da nessuna parte.
QUINDI IL SECONDO CONSIGLIO E’ QUINDI: CIO’ CHE SI INSEGNA DOVREBBE AVERE ALMENO UN RITORNO DI UTILITA’. MAI FARE QUESTIONI DI PRINCIPIO. INOLTRE DEVE ESSERE UTILE A TUTTI.
NEL FILM “LORO” DI SORRENTINO, BERLUSCONI DICE: LA PIU’ ALTA FORMA DI EGOISMO è L’ALTRUISMO. Pensateci su.
Ma ritorniamo a noi. Il primo scoglio difficilmente superabile è che moltissimi genitori pensano di avere fatto tutto per il verso giusto e quando si manifestano i primi attriti adolescenziali scaricano sui figli, sulle amicizie, sulla tecnologia, sulla scuola, sugli youtuber, sulla società, su Pippo Pluto e Paperino e infine sulla qualunque la colpa di questa ribellione.
Ma queste, amici miei, sono solo le conseguenze non le cause.
In questo modo i genitori non apprendono nulla da questo teatro marziale in atto e continuano a fare errori su errori scaricando la responsabilità su ciò che è al di fuori di loro stessi. Così si crea ancora di più lo stato di frustrazione negli adolescenti che si sentono inadeguati e giudicati dai genitori che, con il loro comportamento, vorrebbero rinchiuderli nel castello con i loro draghi.
Cari genitori sta cosa non si fa. Ripeto…. se ci ritroviamo in questo schema stiamo molto attenti è una ruota che si auto alimenta. Intesi?
Gli adolescenti sono una BENEDIZIONE perché a quella età riflettono perfettamente le incoerenze dei modelli genitoriali appresi. Ci aiuteranno a farceli vedere e tastare. Bisogna considerare gli adolescenti come dei personal trainer che ci aiuteranno a metterci di fronte tutte le nostre incoerenze familiari passate e presenti sulle quali non abbiamo lavorato prima.
Se i genitori hanno lavorato bene su se stessi e sapevano cosa dovevano fare durante l’età pre-adolescenziale non avranno grossi problemi. Altrimenti i problemi che nascono sono lo specchio di un comportamento genitoriale disfunzionale e incoerente su cui bisogna lavorare con umiltà, disciplina e apertura mentale.
QUINDI IL TERZO SUGGERIMENTO E’: UTILIZZIAMO LA RIBELLIONE DEI FIGLI COME UNO SPECCHIO PER COMPRENDERE ONESTAMENTE COSA ABBIAMO E STIAMO SBAGLIANDO e iniziamo a lavorare su noi stessi. Perché la buona notizia è che così facendo attiviamo un’altra legge universale quella della gerarchia: se il genitore lavora su se stesso e sblocca certi comportamenti tramite la COSCIENZA e la CONOSCENZA allora in automatico tali proprietà verranno sbloccate anche verso i figli. A patto che poi tali comportamenti non siano l’eccezione ma diventino la regola tramite la disciplina.
E’ possibile farlo da soli se si è capaci o con un consulente. Ma è fondamentale farlo. Mi raccomando!
Lamentarsi o ignorare non serve a nulla. Scaricare le colpe tantomeno. Anzi sono comportamenti che alimentano ed amplificano la situazione in essere.
Perché?
Perché a livello universale se davanti agli occhi abbiamo la manifestazione di un evento che ci chiama in causa e non iniziamo ad organizzarci per gestirlo nella sua forma iniziale questo monterà sempre di più fino a quando non saremo costretti a prendere provvedimenti. In questo caso si attivano le leggi universali dei cicli e delle oscillazioni. Se non agiamo subito l’oscillazione del fenomeno potrebbe diventare più ampia con un ciclo di sviluppo lungo e più complesso. Chi ha rudimenti di ermetismo, alchimia ed esoterismo psichico conosce bene il significato di quello che sto dicendo.
Più lasciamo montare le cose e maggiormente estreme saranno le conseguenze e le azioni che dovremo mettere in atto.
Per ogni causa esiste un effetto e quindi se quello che abbiamo davanti agli occhi non ci piace vuol dire che fino a quel momento si è lavorato male e senza capire nulla di come funziona la vita e a cosa serve.
Ora sono sicuro che questa mia affermazione creerà in molti un senso di frustrazione e di rifiuto. In molti si sentiranno di aver dato amore incondizionato ai propri figli e che sono proprio stronzi loro che non apprezzano i sacrifici… purtroppo per chi sta vivendo questo incantesimo mentale c’è poco da fare.
La gabbia mentale del: MA IO HO FATTO TUTTO BENE SONO GLI ALTRI CHE MI TRATTANO MALE E CHE NON APPREZZANO. Non si abbatte dal giorno alla notte. È una gabbia costruita nel corso degli anni e delle generazioni familiari e che è fatta di false certezze depotenzianti cristallizzate.
DA QUI PASSIAMO AL QUARTO SUGGERIMENTO: ATTENZIONE ALLE DOMANDE CHE FACCIAMO.
Quando si fanno domande ai figli non facciamolo per indagare. Non bisogna mai fare i poliziotti. L’esigenza di un dialogo con i figli è solo nostra in questa fase. Loro sono cresciuti e non sono più bambolotti alla nostra mercè da accudire in quanto stanno iniziando la loro fase esplorativa che ha lo scopo di distruggere tutte le incoerenze che hanno visto in famiglia e nel mondo per come glielo abbiamo descritto. Questa fase è sacra e va rispettata. Quindi percepiranno le domande per quello che sono e cioè il nostro modo di controllare e di spiare ciò che fanno affinché noi possiamo avere quell’effimera certezza che va tutto bene e che ci stiamo comportando da bravi genitori. In questi casi gli adolescenti ci risponderanno per come noi vogliamo che ci rispondano e non per come le cose stanno veramente. Che poi è quello che abbiamo fatto più o meno tutti. No?
Quindi invece di fare domande arriviamo al QUINTO SUGGERIMENTO: COLTIVATE INSIEME PROGETTI.
Ok. Facciamo un piccolo test: Se un giorno vi dovessero chiedere. Cosa è la felicità per te? Come rispondereste?
Pensiamoci qualche secondo e mettiamo in pausa il video…
Bene. Io risponderei così: la felicità è quella sensazione che si attiva quando abbiamo dei progetti e fare ogni giorno qualche piccola cosa per coltivarli e farli crescere INDIPENDENTEMENTE dal risultato. INDIPENDENTEMENTE dal risultato.
Ma solo per imparare la lezione che si cela dietro il progetto. Già perché il progetto in se ci aiuta a scoprire parti di noi, a metterci in discussione, ad aprire la mente e renderla elastica su qualcosa che abbiamo il piacere di far crescere. Proprio come i nostri figli.
Quindi invece di indagare con domande inutili per sentirci sicuri…. Che tanto poi siamo stati tutti adolescenti e ai genitori dicevamo ciò che si volevano sentirsi dire…
Quindi iniziamo a capire quali aspirazioni e inclinazioni hanno i nostri ragazzi e mettiamoli in condizione di NON OSTACOLARLI MA DI AIUTARLI.
Un proverbio cinese dice: se vuoi bene a tuo figlio non darli il pesce nel piatto ma insegnagli a pescare.
Questo vuol dire di non scodellargli davanti le soluzioni perché si perderebbe la magia e la frizzantezza dell’interesse di iniziare qualcosa di nuovo. Ma quello di partecipare con loro alle loro scoperte senza ostacolarli. Per bizzarre che siano. Bisogna capire come si pongono di fronte ad un progetto e quali risorse attivano.
Si impara molti di più su nostro figlio nello svolgere un progetto insieme che nel tenerlo sotto occhio vigile. Perché più siamo dei poliziotti più la loro voglia di essere ribelli aumenterà perciò coltiviamo progetti insieme a loro e impariamo a capire come ragionano e come si attivano di fronte alle difficoltà. Non gliele dobbiamo risolvere a livello pratico. Altrimenti non diamo loro fiducia e loro non la daranno a noi. Dobbiamo solo fagli comprendere che se hanno un dubbio o problema possono fare riferimento su di noi.
Ovviamente i progetti di cui parliamo non dovrebbero essere scelti dai genitori ma dovrebbero essere progetti scelti dai ragazzi. Si deve partire dalle loro passioni. Utilizzare quelle per inserire un percorso legato all’educazione.
Marshall Mc Luhan nel 1964 disse : “Coloro che fanno distinzione fra intrattenimento ed educazione forse non sanno che l’educazione deve essere divertente e il divertimento deve essere educativo”.
Questo deve essere il mantra degli insegnanti e dei genitori.
Ed ora arriviamo all’ultimo consiglio, il bonus! Che parte da una domanda: e se scopro che mio figlio coltiva progetti o passioni lesive o pericolose? Per esempio scopro che corre con la macchina ed è spericolato?
Partiamo dal fatto importante che se un adolescente a quegli atteggiamenti allora qualcosa è andato storto prima e che queste sono reazioni che l’adolescente ha per diversi motivi che possono essere:
– E’ stato sempre iper-protetto in una campana di vetro. I genitori lo ostacolano nella fase dell’esplorazione per tenere a bada le loro insicurezze.
– oppure genitori poco presenti e l’adolescente vuole attirare la loro attenzione
– infine l’adolescente ha visto dei modelli di grande incoerenza in casa e li replica essendo lui stesso incoerente manifestandolo in atteggiamenti estremi.
Ce ne possono essere tanti altri. Questi sono solo tre esempi.
In questi casi mettere in punizione oppure attivare il dialogo per dissuadere dal comportamento nocivo potrebbe non essere la via migliore.
Quale potrebbe essere allora la soluzione? Bene ecco l’ultimo consiglio: AUMENTIAMO IN SICUREZZA CIO’ CHE TEMIAMO POSSA CAPITARE.
Che significa? Che in questo caso potrei regalare a mio figlio un corso di guida sicura veloce.
Non stiamo incentivando la sua voglia di ribellione ma stiamo facendo l’opposto. Infatti quando il ragazzo farà il corso di guida sicura, capirà in un contesto sicuro, che andare veloce senza conoscere regole di base è una cosa insensata. Comprenderà indirettamente quanti rischi inutili ha corso. L’istruttore figo con la macchina figa in pista lo farà sentire responsabile.
In questo modo è possibile togliere l’incantesimo della ribellione come senso di reazione a situazioni genitoriali pregresse. Non essendoci conflitto viene meno il motivo seducente della ribellione. Inoltre si crea un legame partecipando insieme ad un progetto.
Tutto questo è proficuo in un solo caso: che i genitori siano poi disposti a lavorare anche loro su se stessi. Questo è un presupposto importante e se non accade, tutto ciò che viene detto è inutile.
E’ chiaro che questo è un esempio e come tale deve essere considerato. Perché se è vero che può essere applicato SPESSO non vuol dire che possa essere applicato SEMPRE. Vale a seconda del grado di ribellione e di rabbia che l’adolescente cova dentro e le relative motivazioni.
Quindi attenzione…. c’è grande differenza nell’ascoltare delle regole e nel saperle mettere in pratica senza una guida o un esperto che possa aiutarci. Questa è una regola avanzata e come tale presuppone che il genitore abbia già fatto un percorso di coscienza avanzato.
Inoltre ben si adatta a situazioni che NON SONO altamente disfunzionali. Per quelle ci vuole un’analisi più introspettiva. Per esempio se ci sono problemi di droga o alcol non è possibile aumentare in sicurezza la dipendenza… oppure se l’adolescente ha un disturbo dell’alimentazione. Quindi a seconda del contesto ci sono delle eccezioni. Perché ricordiamo anche un’altra legge universale: quella della complessità.
Ogni situazione simile può essere completamente differente a causa delle molteplici gradi di gerarchie psichiche ed energetiche collegate tra loro.
L’aumentare in sicurezza ciò che temiamo si può applicare in tanti ambiti. Non solo con i figli ma anche su noi stessi.
Se volete, nei commenti, potete condividere qualche vostra esperienza riguardo le tematiche che abbiamo discusso oggi e in cui siete riusciti o meno ad applicarle.
Ma soprattutto la cosa più importante è mettere a fuoco cosa avete osservato mentre stavate mettendo in pratica questi esercizi.
Buona pratica.